Aspetto le vacanze di Natale sempre con impazienza. Ogni anno ( in particolare questo) arrivo alle feste di corsa, di fatto già in ritardo su tutta la tabella di marcia (as usual) e con mille propositi per godermi con PapAtti e il 6enne questi giorni a casa: “facciamo un giro in montagna!” “invitiamo amici a casa!” “andiamo a pattinare sul ghiaccio!” “prepariamo biscotti e guardiamo film sotto la coperta!” “andiamo all’ikea!!” (l’ikea è sempre una buona idea, sappiatelo)…
Poi mi fermo, respiro e…i programmi cambiano.
Forse questa è la cosa che preferisco di più della nostra stramba piccola famiglia, la capacità di modificare i progetti. Preparo una valigia (Anche 2 che non ho il dono della sintesi neanche nel fare le valigie) e partiamo per Finale Ligure.
Io sempre un po’ divisa a metà, una parte di me vorrebbe fermarsi a casa per “fare cose e vedere gente” e magari infilarci 2 pulizie fatte bene che non sarebbe male… ma poi c’è il resto della famiglia che non vede l’ora di andare perché “lì ci possiamo rilassare e poi c’è il mare, le dune di sabbia, mille scogli da scalare e e e… ne hai bisogno anche tu mammaSara”.
Così mi affido a loro che a volte riescono a capire quello di cui ho davvero bisogno prima e meglio di me. Perché diciamocelo, noi mamme siamo bravissime a caricarci di doveri, di impegni, di necessità altrui per poi perderci il bello del tempo (spesso poco) insieme. Forse è ora di togliere (anche temporaneamente) il mantello di wonderwoman e goderci l’attimo.
Ed eccomi qui a prendermi tempo. Le vacanze dovrebbero servire a questo, a rallentare i ritmi, a farci recuperare un pò di energia e a passare tempo con la famiglia. Che poi, visto che non viviamo nella fantastica cascina del Mulino Bianco, non è sempre pace, amore e serenità passare la giornata h24 tutti e 3 insieme.
A volte io e papAtti ci guardiamo e ci immaginiamo un fumetto che esce dalle nostre teste e dice più o meno: “forse era meglio essere al lavoro!” poi un sorriso complice stempera il nervosismo e si riparte.
L’esperienza ci ha insegnato un paio di trucchetti per ridurre i momenti di tensione e sfangare le crisi isteriche.
- Sintonizzare le aspettative. Ho imparato a mie spese che non sempre le buone intenzioni pagano. Proporre a Edo di visitare a piedi città (seppur bellissime) è come mettersi nel sacco da soli…a meno che non piaccia camminare con una zavorra attaccata alla gamba accompagnata da un lamento continuo e persistente. Roba da far saltare i nervi ad un maestro di yoga. Se però la visita è accompagnata da una caccia al tesoro tutto si trasforma in gioco e le cose migliorano di molto (come quella volta che abbiamo visitato Ferrara – presto un post con consigli e dove poter scaricare la caccia al tesoro). In generale non otterremo mai grandi risultati a proporre che sò un pomeriggio a teatro se i nostri figli hanno voglia di giocare con i lego all day long. Bisogna tener conto di ciò che hanno voglia di fare sia loro che noi e della “fatica” che siamo in grado di tollerare. Porci alcune domande tipo: se gli chiedo di fare questo cosa si porterà a casa come esperienza stasera? E cosa ci portiamo a casa noi? Tengo conto della sua fatica? Rispondere a questi quesiti, di solito a noi dà già indicazioni sul fatto che valga la pena proporgli una determinata esperienza oppure no. Quando ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda le occasioni di scontro diminuiscono.
- La regola dei “10 minuti” (che poi se diventano 20 o 30 è il top). Avete presente il libro della Gambarale “Per 10 minuti” ? In questo libro la protagonista prova a fare una cosa mai fatta per 10 minuti ogni giorno. Questo piccolo romanzo mi ha ispirato e così a casa nostra abbiamo istituito la regola per i genitori dei 10 minuti. In cosa consiste? Semplice: dedicarsi 10 minuti solo per noi (ma anche un pò di più se si riesce) per fare qualcosa che ci piace, ci appaga e gratifica. Qui lo troviamo utilissimo, ci aiuta a ricaricare le batterie, a centrarci su noi stessi anche se per un breve momento della giornate. A me piace ritagliarmi questi “10 minuti” per fare qualcosa di creativo, per cucire, mettermi lo smalto o leggere qualche pagina di un libro. PapAtti per esempio cerca nuove ricettine da sperimentare, legge il giornale o impasta qualcosa al volo. Sono anche pochi minuti ma ci aiutano a ritrovare l’equilibrio e quando torniamo a formare il nostro terzetto magico i nervosismi sono lontani
Questo funziona per noi, ogni famiglia è a sè, ha regole ed equilibri propri però questi mi parevano degli spunti utili da condividere😉.
I miei 10 minuti sono terminati, ora torno dai miei uomini ed usciamo. Destinazione scogli da scalare e molo.
A tutto il resto…ci penserò. Ora mi godo il tempo di prendermi tempo per me e per noi.
Buona giornata a tutti
*Sara*