Le donne negli ultimi decenni stanno modificando il proprio ruolo nella società e, pur confrontandosi ancora con uno dei tassi di occupazione femminile tra i più bassi d’Europa, sono diventate sempre più multitaskinge attive.
Con le mamme che stanno meno tempo a casa in maternità ed in generale meno a casa rispetto al passato, le famiglie stanno cercando di riorganizzarsi.
Se siete frequentatori di spogliatoi sapete che di papà fuori da scuola o a condividere le gioie della sauna da phon in piscina ce n’è più di uno.
Inoltre c’è maggiore consapevolezza dell’importanza della presenza dei papà nella vita dei figli in termini quantitativi e qualitativi e della necessità di dare sostegno pratico e morale alle neo mamme.

In sostanza al grido di i pannolini li cambiamo a turni alterni e di se non ti rotoli anche tu sul tappeto con loro i nostri figli saranno dei disadattati, dal modello di padre padrone e mamma casalinga di acqua sotto i ponti ne é passata un po’. Bene. Benissimo.
Se non fosse che poi capita di sentire mamme occasionalmente senza figli al seguito che candidamente fanno affermazioni come “Ah, mio marito è rimasto a casa a fare il mammo” a sottolineare il fatto che l’accudimento dei figli sia prerogativa delle mamme e che i papà stiano in panchina pronti alla sostituzione e questo avviene soprattutto quando i bambini sono piccoli.
Il mammo è un termine buffo, scherzoso, apparentemente innocuo eppure carico di significato

Nel passaggio dal prototipo di papà lontano a papà presente e partecipe si è perso il cuore del cambiamento e cioé la definizione di un modello di padre che mantenga prerogative diverse da quello materno e che aiuti gli uomini a non trasformarsi in semplici vice-mamma.
Chi scrive, oltre che educatrice è anche madre per cui possiamo dircelo, la responsabilità è anche nostra; perché noi la sappiamo lunga sui nostri figli, molto lunga… talmente lunga che spesso ci prendiamo tutto lo spazio e quando aumentiamo un po’ la distanza non ci tratteniamo dal dettare ordini ed emettere giudizi.
Invochiamo la presenza dei nostri compagni ma poi facciamo fatica a fidarci e ad accettare che le cose vengano fatte in modo diverso da come le faremmo noi e stiamo dietro l’angolo ripetendoci come un mantra sta per fare una stupidaggine.

La sfida a cui i papà devono sentirsi chiamati oggi non è quella di imparare a cambiare i pannolini più velocemente di noi o a capire l’incommensurabile mistero dell’utilità della canottiera anche perché, salvo rare eccezioni, non ce la faranno mai. Piuttosto è necessario che i papà trovino un proprio modello di vicinanza, non per fare con i figli cose diverse (non vi azzardate a smettere di cambiare i pannolini) ma per fare le cose in modo diverso.
Recentemente sui social network si è diffuso un reportage di foto dall’inquietante titolo Ecco cosa succede quando una mamma lascia i figli con il papà che mostrano uomini e bambini in situazioni nelle quali non si troverebbero mai in presenza dal genitore di sesso femminile, però bisogna dire che salvo alcune foto che fanno rabbrividire, le altre sono buffe e divertenti,cariche di quella leggerezza che a volte le mamme, oberate dagli impegni e dalle responsabilità non riescono ad avere.
Per cui facciamo un patto: noi ci impegnamo ad accordarvi più fiducia e a non confondere la necessaria coerenza educativa di coppia con l’appiattimento dei codici paterno e materno su un unico registro, voi però dateci una mano e fate lo sforzo di ricordarvi la canottiera.
*Simona*